venerdì 13 gennaio 2017

Due città, due scuole d'arte


Gli artisti veneziani sono quasi sempre più appassionati dei colori, mentre i fiorentini sono più attratti dalle forme.


Venezia è per natura colorista. Questo si deve ai suoi palazzi e lagune, che ricevono dalla presenza dell’acqua l’incanto di un’atmosfera colorata. In questo modo mette in rilievo ogni cosa e fa capire la tendenza dei suoi artisti nel risaltare il colore come un elemento dell’arte.

A loro turno, a Firenze, gli artisti – mentre non ricorrono in prevalenza al colore come principale elemento ornamentale – si valgono del disegno, le cui opere d'arte rappresentano ciò che vi è di meglio.

Quindi, a proposito della differenza tra la scuola veneziana e quella fiorentina si può sollevare una domanda: come si può trasformare questo tema in un soggetto comprensibile e che desti interesse? A questo scopo vediamo due esempi.

In questo primo quadro (l’interno della Basilica di San Marco a Venezia, dipinto da Canaletto), si nota una linea maestra: la chiesa presenta una pianta a forma di croce, tracciata a partire da una linea sin dalla porta principale.

Il grande pittore Canaletto si è posizionato dando le spalle alla porta e guardando l’altare maggiore. Dal punto in cui si vede il pulpito, si aprono due navate trasversali completando la forma della croce. Lo stile architettonico è semplice, ma tutto è abbondantemente dipinto e colorato! Per esempio: l’arcata e tutta ricoperta di decorazioni ed ornamenti. È uno splendore nel quale prepondera il colore, perché in tutto la pittura prevale molto più della scultura. Sono colori luminosi, intensi ed impressionanti.


Nel secondo quadro, anch'esso di un altro grande pittore, Piero della Francesca, che dipingeva a Firenze, rappresenta un'austera scena della Natività del Bambino Gesù. Osserviamo il contrasto: mentre Canaletto dipinse una delle basiliche più sontuose della Cristianità, nella scena del Natale quasi tutto è disegno, i colori non hanno tanta rilevanza. Si vede la Madonna guardando il Divino Infante sdraiato su un cuscino.


I personaggi, al contrario dei veneziani, sono tutti magri. A Venezia, c'è la tendenza ai piaceri della tavola; a Firenze, la propensione a un atteggiamento ascetico. Nella città veneziana, tutti i personaggi fanno movimenti, espressivi ed esclamativi; mentre nella città fiorentina, i movimenti sono molto misurati: la Madonna guarda suo Figlio, appare rapita, ma senza trasporti esclamativi, bensì con gesti concisi.

Nel primo piano vi sono figure che suonano strumenti di corda in lode del Bambino Gesù. Indubbiamente, i loro canti non sono drammatici, ma sobri. La Madonna indossa un'abito azzurro e quasi tutti sono vestiti in diverse sfumature azzurrognole. In un secondo piano vi sono altre persone abbigliate anche loro con colori che si assomigliano nel fatto di non essere molto vistosi.

Insomma, la vita del quadro risiede più nelle linee eleganti delle persone, nei loro atteggiamenti sobri e nel disegno perfetto. Il colore svolge un ruolo secondario.

Plinio Corrêa de Oliveira - 12 Agosto 1989.


Nessun commento:

Posta un commento